Storia del Furry Fandom – 6ª Parte

Nei primi anni 2000 iniziò a prendere sempre più piede il sistema delle commissions. Proprio qui entrarono in gioco artisti del calibro di TaniDaReal e le sorelle Blotch!

Negli ultimi anni la community furry è cresciuta per popolarità e numero di appassionati. Ma cosa è cambiato in 40 anni e più di storia del nostro fandom? Come sarebbe stato essere furry fino a poche decine di anni fa? Grazie al supporto di una guida d’eccezione, il bravissimo Scale, ogni sabato partiremo per un viaggio (letterario) dagli albori della community fino ai giorni nostri!

Tutti a bordo della macchina del tempo per un clamoroso salto nel passato!

Se vi siete persi la quinta parte, potete leggerla QUI!

Il sistema delle commissions e l'avvento dei nuovi artisti

A partire dal 2005, la crescita della comunità ha iniziato ad essere indotta anche da fattori di natura puramente economica. Benché la community furry venisse ancora largamente derisa, chi ne faceva parte aveva presto notato che la quantità e la qualità del materiale prodotto dalla comunità non accennavano a diminuire, ed erano anzi in costante aumento. Iniziative come gli Art Show e i Dealers Den (rispettivamente vendite all’asta e mercatini interni alle convention furry) muovevano tutto sommato parecchi soldi, non abbastanza da interessare grandi investitori, ma quanto basta affinché artisti indipendenti e piccoli artigiani potessero guadagnarsi da vivere lavorando quasi esclusivamente per la sottocultura furry.

Nel 2004, ad esempio, è stato venduto all’Art Show della convention “Further Confusion” un dipinto di GoldenWolf, che ha raggiunto il prezzo di 11.000 $, tuttora il record per la cifra più alta mai pagata per una singola opera furry.

[Fonte dei dati: “Furry Fandom Conventions 1989-2015 di Fred Patten – 2017 McFarland & Company Inc”]

Eyes of the night, by GoldenWolf

La prima artista a rendersi conto della situazione è probabilmente stata TaniDaReal. Forte dell’esperienza in marketing dovuta al suo mestiere di graphic designer (gran parte degli artisti furry più in voga in quel periodo provenivano dal mondo dell’illustrazione, e ragionavano quindi con mentalità differenti, più “artistiche” e meno rivolte al ritorno economico) è stata la prima a crearsi un vero e proprio brand all’interno della sottocultura, con illustrazioni e stampe dallo stile immediatamente riconoscibile, associate a svariati tipi di gadget: magliette, portachiavi, sottobicchieri da birra, fino ad arrivare ai “mood badges”, dei cartellini illustrati utilizzati nelle convention per indicare agli altri partecipanti il proprio umore in quel momento.

Banner del sito ufficiale dell’artista, tanidareal.com

Nello stesso periodo anche altri artisti, oggi piuttosto noti, avevano deciso di giocarsi il tutto per tutto lavorando esclusivamente per il mercato furry, riscontrando un effettivo successo. Un esempio su tutti sono le “Blotch”, sodalizio formato dalle artiste Kenket e BlackTeagan. È ipotizzabile che il brand Blotch abbia visto la creazione di un vero e proprio piano marketing pluriennale, con lo scopo di sfruttare una nicchia del mercato furry che si iniziava a intravedere ma che ancora non era molto servita dagli artisti: quella dei giovani ragazzi gay alle prime esperienze che cercavano nell’arte furry una rappresentazione dei rapporti omosessuali più tenera e romantica di quella offerta da altri tipi di arte erotica.

Le Blotch si sono successivamente guadagnate una menzione d’onore nella storia del furry, poiché hanno sdoganato quello che fino ad allora veniva considerato un mezzo tabù ed un vizio da maniaci sessuali: l’uso di genitali animali realistici sui personaggi furry. È logico immaginare che iniziava a diventare difficile prendersi gioco di questa pratica, quando ad applicarla erano due fra le artiste più rispettate, importanti e tecnicamente capaci della comunità.

“Contention”, by Blotch (2012)

Non tutti avevano accolto positivamente l’evoluzione del furry da semplice community a sottocultura, a cominciare da coloro che pochi anni prima speravano in una malintesa “pulizia” della comunità dalle tematiche sessuali, cosa che dopo gli exploit artistici delle Blotch era diventata definitivamente impossibile. D’altra parte, in questo periodo le controversie interne stavano diventando sempre meno rilevanti, in quanto sono state paradossalmente attutite dai meccanismi dei social network. Se qualche anno prima sarebbe bastato un “manifesto” dei Burned Furs pubblicato su un piccolo sito personale per sconvolgere tutta la community, ora chi non ne gradiva la direzione intrapresa finiva a lamentarsi a vuoto su siti dedicati al trolling, senza alcuna possibilità di interferire con il lavoro degli artisti e con la spinta creativa della comunità.

Molti degli artisti furry che hanno segnato le correnti principali della community negli anni successivi sono emersi attorno al 2006-2008. Esempi di un certo calibro sono il musicista FoxAmoore e lo scrittore Kyell Gold, che in anni più recenti ha ottenuto anche un certo riconoscimento dalla critica letteraria. Tanti altri artisti dello stesso periodo sono riusciti ad ottenere però meno visibilità, ma dimostravano comunque una maggior creatività rispetto a quelli che la comunità aveva conosciuto in precedenza (o, semplicemente, erano riusciti ad incontrare meglio e più rapidamente i gusti del pubblico). Alcuni nomi importanti e caratteristici del periodo sono Skadjer, Chris Goodwin, Kamui, ArtDecade, SpookeDoo, Onta, ecc…

Appuntamento tra 7 giorni per l’ultima puntata della serie!