Rock Dog fa parte di quel filone del cinema d’animazione contemporaneo che accosta storie dal forte contenuto morale ad ambientazioni urbane tipiche della cultura borghese occidentale, pur avendo per protagonisti i classici e fiabeschi animali antropomorfi e che perciò si avvicina di più all’idea vera e propria di cultura furry. In questo caso la trama è fin troppo semplice e lo sviluppo del soggetto risulta abbastanza deludente. Tuttavia, grazie ad un inedito connubio tra oriente e occidente e ad una buona caratterizzazione dei personaggi, il film non lascia totalmente insoddisfatto lo spettatore, viaggiando piuttosto costantemente sulla scia di un “vorrei ma non posso”.
Bodi è un giovane mastino tibetano che vive in un pacifico villaggio chiamato Snowy mountain, abitato da ingenue pecorelle e costantemente minacciato dal lupo Linnux e dai suoi scagnozzi. Khampa, padre di Bodi, vorrebbe che il figlio seguisse le sue orme di protettore del villaggio e cerca quindi di iniziarlo alla strategia militare, distogliendolo da quella che è invece la sua grande vocazione: la musica. Una radio caduta letteralmente dal cielo farà sì che Bodi senta irrefrenabile il richiamo della grande città, terra promessa che lo avrebbe elevato a stella della musica Rock. Scoprirà ben presto che fare carriera in città non è così facile come pensava, ma la sua grinta e il suo coraggio lo porteranno infine a realizzare grandi cose…
Nato da un’inedita collaborazione tra Cina e Stati Uniti, altro significativo esempio di come Hollywood stia guardando con interesse crescente al mercato cinese (mi riferisco al blockbuster 2016 The Great Wall del regista Zhang Yimou) il film, liberamente ispirato alla graphic novel Tibetan Rock Dog del cantante cinese Zheng Jun, salta all’occhio per la regia di un grande animatore, ex uomo Pixar per Toy story – Il mondo dei giocattoli (1995), Toy story 2 – Woody e Buzz alla riscossa (1999) e più recentemente noto per aver scritto La gang del bosco (2006 – Dreamworks) e Surf’s up – I re delle onde (2007 – Sony Pictures Animation). Stiamo parlando di Ash Brannon, il cui trascorso cinematografico e culturale americano permea da cima a fondo la sceneggiatura del film. Una sceneggiatura che ha i tratti del racconto di formazione, una storia semplice e senza troppe pretese, che offre però spunti tanto interessanti quanto mal sviluppati, a partire dal luogo iniziatico del protagonista: Rock Park, un parco cittadino che ricorda da vicino Central Park negli anni della grande musica rock e della cultura Hippie, con animali che si esibiscono e si sfidano a colpi di pennate e riff di chitarra nella speranza di essere un giorno notati dal grande divo del rock mondiale Angus Scattergood, gatto miliardario recluso e insoddisfatto, che vive in un’enorme villa in stile Beverly Hills ai margini della città. Sarà proprio l’ingenuo ma determinato Bodi a riuscire nell’impresa e a far sì che il “Signor Scattergood” scopra finalmente il valore dell’amicizia e dell’affetto reciproco.
Pensato per il pubblico cinese, ma rivolto alle platee di tutto il mondo, Rock Dog Rivela tutto il potenziale sprecato di una commedia cartoon dal budget ridotto (60 milioni di dollari) per la scarsa qualità grafica, gli scenari spogli e la bassa mobilità dei personaggi, che si traducono in un ritmo narrativo discontinuo dai troppi tempi morti, a dire il vero neanche mal celati da un commento musicale di buon livello, che oltre alla canzone originale Glorious vede avvicendarsi brani di Beck, dei Foo Fighters e dei Radiohead.
L’edizione italiana del film, distribuita dalla M2 e curata da CD CineDubbing vanta doppiatori come Davide Perino, voce ufficiale di Elijah Wood, e Oreste Baldini, praticamente un mostro sacro del doppiaggio italiano. Le canzoni originali del film, fra cui la colonna sonora “Invincibile” sono interpretate dal musicista e cantante vincitore di X-Factor 2015 Giò Sada, forse penalizzato da un adattamento dei testi non proprio entusiasmante ma che tutto sommato risulta in linea con la qualità generale del film.
In conclusione, si tratta di un film particolare, che seppur non sia in grado di competere con l’animazione tecnicamente quasi perfetta e narrativamente cesellata degli ultimi capolavori Disney e Dreamworks, vale la visione di un sabato sera con amici o con il proprio ragazzo/a.
Nota personale: Per chi anche non volesse vedere il film, consiglio assolutamente di perdere due minuti nella visione della scena in cui Bodi ascolta per la prima volta una canzone rock: colorata, psichedelica e travolgente, non vi lascerà delusi. Sempre per lo stesso motivo, può meritare un ascolto della canzone Glorious interpretata da Adam Friedman. Per semplicità, vi linko qua sotto la clip da Youtube.