Alzi la mano chi non conosce Zampacon, la prima vera convention furry italiana, che dal 2012, ogni anno intorno a settembre anima le spiagge di Bellaria-Igea Marina (Ravenna) riunendo numerosi gruppi di furry provenienti da tutta Italia. Potevamo noi di FurryDen mancare ad un tale evento? Eh no, non potevamo proprio! Ed è per questo che abbiamo scelto fra i partecipanti all’evento due inviati speciali da mandare sul posto per essere i nostri occhi e le nostre orecchie fra i corridoi dell’Hotel Morri-Oceania (La struttura che ospita la convention, ndr.).
Nell’articolo troverete il loro racconto della convention, le impressioni a caldo e le foto scattate sul posto. Buona lettura!
La locandina di Zampacon ’17 © Rov
Bellaria è un gran bel paesino… Sulla costa adriatica, poco lontano da Rimini ma quel tanto che basta per evitare il caos vacanziero di destinazioni più conosciute e frequentate. Una striscia di case e ristoranti che corre parallela al bagnasciuga, sfruttando al massimo le spiagge disponibili. Come ogni località turistica della riviera Romagnola è stracolma di alberghi e sale giochi… E al mio arrivo, in uno di questi alberghi si stava preparando una festa piena di animali.
Zampacon, la convention furry italiana. L’unica? Ammetto che la mia esperienza della comunità nostrana è molto limitata. Ho conosciuto e frequentato molta più gente all’estero che in Italia, soprattutto in America ed Inghilterra; ma questo è uno dei motivi per cui ho deciso di partecipare alla convention: farmi un’idea di chi e di come siano i furry nello Stivale.
Mi sono lanciato nella mischia conoscendo giusto due o tre partecipanti (e ne ho incontrato qualcuno in più nel lasso di tempo trascorso fra l’acquisto del biglietto e l’inizio dell’evento), ma ehi, si vive una volta sola.
Ammetto subito che è stata un’esperienza totalmente diversa. L’ultima Rainfurrest di Seattle, a cui ho partecipato prima della cancellazione definitiva dell’evento, aveva 2700 partecipanti, e ogni tre settimane il gruppo Londonfurs vede più o meno 150 furry britannici trovarsi per una bevuta al Jamie’s Bar di Londra. È più del doppio dell’edizione annuale di Zampacon, che quest’anno ha avuto circa una settantina di persone. Questo, giusto per dare un’idea di come Zampacon sia una cosa diversa da quello che sono le convention furry nell’immaginario generale, ma non per questo mi ha meno entusiasmato!
Quando sono sceso dal treno e ho passato una mezz’oretta a camminare tra viali alberati e negozietti vacanzieri, non avevo la più pallida idea di cosa aspettarmi. Alla fine mi sono trovato davanti un piccolo hotel, un paio di striscioni e totem raffiguranti le mascotte della convention e gruppi di persone allegre che chiacchieravano mentre aspettavano pazientemente il loro turno per registrarsi all’ingresso. L’ambiente era gioviale, molto meno caotico di quello a cui sono abituato, e l’organizzazione si è rivelata subito abbastanza efficiente da gestire il tutto senza intoppi e non così fiscale da togliere leggerezza all’atmosfera. Ci si registra, si firmano un paio di documenti e via, in camera a mollare armi e bagagli.
La sera del primo giorno era interamente dedicata all’accogliere gli ospiti e a spiegare regole e funzionamenti della convention; dallo spazio a nostra disposizione – un’intera piccola palazzina separata dall’albergo, completamente piena di furry, con una stanza riservata al mercatino degli artisti e un salone per panel (I panel sono presentazioni e letture tenute da artisti e personalità coinvolte a vario titolo nella comunità furry, in merito ad argomenti che spaziano dal disegno, al fursuiting, all’economia ndr.) ed altri eventi – ai bagni convenzionati, ai pasti nell’hotel.
Il salone sarebbe diventato il punto di ritrovo principale, inaugurato già quella sera con una bevuta e scorpacciata a tema e in costume piratesco. È stata la mia occasione per incontrare dal vivo molte persone con cui avevo fino ad allora solamente chattato on-line, ed avere un assaggio di quello che sarebbe stato il tema dei prossimi giorni. E porca paletta, il Grog (bevanda alcolica composta da acqua e rum, tipicamente consumata sulle navi nel settecento ndr.) è davvero buono!
Nel complesso è stato un evento molto rilassato: la scelta di piazzare tutti i panel ed eventi al pomeriggio si è rivelata vincente, e ci ha permesso di passare le mattinate in spiaggia o a dormire invece di dover per forza scegliere cosa sacrificare per un po’ di relax (anche se ho il sospetto sia dovuta in parte ai pochi volontari disponibili a tenere panel e discussioni, un problema che piaga parecchio le convention piccole).
Per chi si sentiva il portafoglio appesantito era stato allestito in una stanza dell’hotel un mercatino dove si potevano trovare fumetti, merchandising, quadri e stampe, mentre i partecipanti al gioco si aggiravano furtivamente per i corridoi dell’albergo…
Sì, il gioco. Pirati e bucanieri non erano solo stati presi come tema dell’evento, ma facevano parte di un vero e proprio gioco di ruolo che vedeva gruppi di partecipanti solcare i mari nel tentativo di assaltare le navi delle squadre avversarie, rinforzando intanto la propria e portando a termine le missioni fornite da una serie di personaggi misteriosi che vagavano per l’edificio, in costume e con un vero atteggiamento da lupi di mare (in un paio di casi in maniera letterale). Il mare a due passi dava uno sfondo perfetto per un gioco di ruolo piratesco, e per quelli che non erano interessati si poteva sempre fare un salto in spiaggia (almeno quando faceva bel tempo; purtroppo l’inizio di settembre è l’inizio di settembre).
Ma l’evento clou di Zampacon è stata certamente la Fursuit Parade, la grande sfilata delle fursuit in giro per Bellaria. Per essere questo un evento “minore” rispetto a quel che si può trovare all’estero mi ha stupito la grande quantità di partecipanti. Anche in questo caso l’organizzazione, aiutata dalla polizia municipale e dai volontari della convention, ha lavorato bene e senza lasciare nulla al caso. Farsi spintonare dagli addetti ogni qualvolta ci si disperdeva dal percorso tracciato non è una sensazione piacevole, ma è indice di una grande attenzione alla sicurezza, che se già a cose normali non guasta, diventa indispensabile quando si porta in giro per strada un gran numero di persone, fra le quali una buona parte ha un campo visivo drasticamente ridotto (a causa della fursuit ndr.).
Protagonisti della serata sono stati sicuramente i fursuiter e i tanti bambini in vacanza con le loro famiglie. Poche cose attirano l’attenzione come un chiassoso gruppo di animali multicolori che gira per la città… E così tutti a fare le foto e ogni bambino a scegliersi il peloso preferito da abbracciare e con cui giocare per un po’, situazione che si è ripetuta sia nella piazza del paese che in una delle tante sale giochi della zona. Perfino il sito ufficiale del comune di Bellaria-Igea Marina aveva segnalato l’evento (Link)! È bello vedere come Zampacon si stia integrando sempre più anche come realtà locale!
Alla fine è difficile liberarsi della sensazione che quello che ho avuto sia stato solo un assaggio di grandi cose a venire. La convention sta crescendo, e gira voce che potrebbe trasferirsi in uno spazio più grande – ma ancora non c’è nessuna conferma, e lo staff ora è impegnato a tirare le somme e riordinare idee e materiali. Per quanto questo sia un passo necessario se si vuole che l’evento cresca, non posso negare che mi mancherà l’intimità e lo spazio tutto nostro che avevamo a disposizione, mi mancherà quella sensazione di aver creato una piccola comunità autogestita dove tutti si conoscono e anche chi è nuovo torna a casa con decine di contatti in più sul cellulare.
– Mando